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Di Gianluca Bonomo
Inserito 12/03/2015

Crescere i Loto da seme

Il fiore del loto genera spesso semi fertili, si trovano nella capsula che rimane dopo la fioritura e la perdita dei petali. Quelli fertili sono quelli che si gonfiano e maturano facendo allargare i fori, e sono maturi quando scuotendo la capsula si sente che si muovono all’interno e si staccano naturalmente. Quelli maturi e fertili sono tondi, gonfi e duri, come una nocciolina, quelli non fertili non sono gonfiati, sono leggerissimi e non produrranno alcuna pianta. Far germinare un seme di loto non è così complicato, basta un po’ di calore e prepararlo nel modo corretto, quello che è più complicato, soprattutto nei climi più freddi, è mantenere la pianta viva negli anni successivi.

Prima di tutto il seme va scarificato, cioè grattato per permettere all’acqua di infiltrarsi ed avviare la germinazione. Se questo non viene fatto il seme potrebbe metterci anche anni a partire. Per fare questo lavoro può far comodo una limetta da unghie, se non si hanno lime più grosse, o carta vetro, si tiene fermo il seme e si inizia a sfregare con energia in un punto qualsiasi, fino a che la parte marrone più dura lascia il posto alla parte più chiara, che è la parte interna più morbida.

Quando si inizia a vedere la parte chiara si può smettere di limare, prendere il seme, e metterlo a germinare. Per vedere rapidamente risultati la cosa migliore è quella di metterlo in un contenitore trasparente con acqua in una zona calda della casa, anche a fianco di un termosifone, questo farà germinare rapidamente la piantina nuova dal seme ed anche rapidamente inizieranno a crescere le prime foglie. Questo metodo però ha delle controindicazioni, la pianta che nasce è fragile ed andrebbe piantata quando inizia ad allargare le prime foglie sulla superficie dell’acqua, e le stesse foglie dovrebbero poter ricevere direttamente la luce solare e le radici poter affondare in terra argillosa ricca di nutrienti.

Sarebbe quindi da piantare in esterno, al sole, in un contenitore con terra argillosa e acqua fino al livello di crescita delle foglie superficiali, ed andrebbe fatto quando la temperatura esterna sia adeguatamente calda, se il lavoro viene fatto quando la temperatura non è adatta si rischia la morte della pianta appena germogliata. Il metodo secondo me più consono alla crescita della pianta in modo naturale e senza forzature è quello di preparare dei secchielli con terra argillosa sul fondo, facendo in modo di avere circa 10 cm di terra e 10-15 cm di acqua, quindi contenitori che siano alti 25-30 cm.

Preparati i contenitori si preparano i semi scarificandoli come già descritto e se ne mette uno per ogni secchio, spingendoli nella terra in modo che non galleggino, i secchi vanno poi messi all’esterno, in pieno sole, nel periodo primaverile, quando le temperature iniziano ad aumentare. In questo modo i semi sentiranno l’accrescersi naturale della temperatura e partiranno quando sarà il momento giusto, radicando già sul fondo nel terreno e prendendo la giusta quantità di sole dall’esterno. Il primo anno di crescita della pianta potrebbe non svilupparsi a sufficienza per creare rizomi, conviene quindi ritirare i secchielli in zona fredda ma dove non rischiano di gelare completamente, per poi rimetterli all’esterno nella primavera successiva verificando se la pianta è sopravvissuta. Nelle zone più calde del centro e sud Italia le piante nate da seme hanno un periodo di sviluppo maggiore con conseguente maggior possibilità di attecchire meglio e sviluppare rizomi anche il primo anno.

La pianta nata da seme che sopravvive alla stagione invernale avrà poi bisogno di spazio per crescere al meglio, sarà quindi necessario ripiantare, ad inizio primavera, il contenuto dei secchielli in mastelli o contenitori più grandi, di almeno 40-50 cm. di diametro, 30-40 di profondità, con 20-30 cm. di terra argillosa, magari concimata con delle pondtabbs, per avere una ottima crescita e sperare di vedere i primi fiori della nostra nuova pianta di loto. Questi ultimi potrebbero essere i contenitori definitivi per la loro coltivazione, che potranno venir tenuti in terrazzo o balconi, oppure messi direttamente in laghetti e stagni.






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